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La principessa Sofia e il drago di ghiaccio

C’era una volta in un castello lontano una principessa di nome Sofia. Era molto bella: aveva i capelli castani e gli occhi azzurri; indossava un vestito rosa confetto e delle scarpe blu come l’oceano. Amava trascorrere le sue giornate passeggiando tra i roseti del suo immenso giardino, ammirando le stupende creature che lo abitavano: scoiattoli, farfalle, cerbiatti, oche, cigni e tantissimi uccellini. Un brutto giorno, un drago di nome Charizard, detto lo “Sputaghiaccio”, attaccò il castello della principessa armato di spade di ghiaccio e bufere di neve per divorare tutti i cerbiatti viola che vivevano lì. Sofia, spinta dalla sua bontà, provò a difendere i poveri animali: questo fece arrabbiare ancora di più il drago, che decise di rapirla, per cucinarla come cena. Sputaghiaccio portò Sofia in una caverna nascosta in cima ad una montagna, chiamata l’Iceberg Malefico; la caverna all’interno era addobbata con sculture di ghiaccio, scolpite dal drago, ragnatele fatte di neve e tantissimi

La brutta addormentata a New York

C’era una volta in un castello meraviglioso una ragazza di nome Eustacchia: lei era brutta come uno spauracchio a causa dei suoi capelli di colore spento e sempre all’aria! Ma non è finita qui! Era pure bassa e grassa, quasi assomigliava a una palla; però, aveva un voce melodiosa e allegra, un giorno la ragazzina decise di andare a New York a vedere “Bellissima 96” (un concorso di bellezza). Allora, arrivata all’aeroporto preso il volo per New York e appena arrivata all’hotel, per la sua bruttezza fece quasi svenire un cameriere; ma un ragazzo lì vicino di nome Principe Azzurro nonostante fosse brutta, se ne innamorò, perché sentì la voce melodiosa della ragazza. Sfortunatamente una modella bella, alta e magra come un palo della luce e in più bionda, innamorata del Principe Azzurro, vedendoli insieme, diede a Eustacchia con molta astuzia una bibita con dentro del sonnifero. Quando s’addormentò, la modella la caricò in macchina e la scaricò sulla panchina di un parco. Principe Azzurro,

Pinocchio: la verità

C’era una volta un falegname che si chiamava Mastro Geppetto che era famoso in tutto il paese perché sapeva costruire oggetti di legno. Un giorno decise di fare un burattino con un pezzo di legno robustissimo: quando l’ebbe finito lo chiamò Pinocchio. Ma purtroppo aveva creato un burattino cattivo, perché diceva solamente bugie: a mano a mano che le diceva gli cresceva sempre più il naso. Questo accadde tutto nel paese di Collodi e anche tanto tempo fa (ma questa storia dovreste saperla già). Però non conoscete tutta la verità: Pinocchio si faceva amici cattivi: al gatto e alla volpe diceva che aveva sotterrato delle monete d’oro e li fece scavare invano per giorni e giorni; il grillo lo faceva giocare sempre a scala quaranta ma, barando, lo costringeva a perdere; costrinse perfino Lucignolo ad andare nel paese dei Balocchi per diventare un somaro. Si fece acchiappare da una balena ma, col suo naso, incominciò a pungerla e lei, non facendocela più, lo rispedì sulla spiaggia, dove un pe

Cenerentola imbranata

C’era una volta in un condominio, una giovane ragazza tanto bella quanto poco intelligente, che in casa e fuori, ne combinava di tutti i colori a causa dei suoi pasticci; infatti, i lavori di casa li dovevano fare le sue sorelle, perché quando lei poteva, prendeva il motorino e se ne andava in città a fare spese e a vedere negozi. Un giorno, un ricco banchiere decise di organizzare una festa da ballo; invitò tutte le ragazze della città. La matrigna pensò di punire Cenerentola per il suo cattivo comportamento, lasciandola a casa. Però Cenerentola dopo aver lasciato le stoviglie e il pavimento sporco, chiamò con il cellulare sua zia (che aveva un negozio di abbigliamento), prese il motorino e andò a farsi dare da lei il vestito più bello della città. Andò al ballo su una Ferrari. Lì iniziò a ballare con il banchiere, ma purtroppo per lei cominciò ad aprire bocca: “Oh quando mi sposerò vorrò una casa molto bella, tre camere, tanti gioielli e due bagni!” Allora il banchiere pensò di balla

La terribile cappuccetto rosso

C’era una volta al margine del bosco una casetta, dove vivevano una mamma e una bambina anzi, una terribile bambina di nome Cappuccetto Rosso dispettosa e soprattutto perfida. Un giorno, la mamma voleva che Cappuccetto Rosso andasse dalla nonna a portale il regalo di compleanno. Ma lei non voleva e preferiva andare nei prati, così si fermò a giocare. Ad un tratto, sbucò un lupo gentile che le fece molte domande: “Ciao bella bambina, vuoi giocare con me? Come ti chiami? Cosa fai qui?” Insomma, era un po’ noioso. La bambina si stancò di tutte quelle domande e decise di farlo tacere. Prese un sonnifero (che aveva sempre in tasca), lo buttò al lupo, che si addormentò per un po’. La bambina lo portò a casa sua e cominciò a torturarlo: per giorni lo legò con catene di ferro, gli fece il bagno con acqua fredda, ma quando i vicini se ne accorsero, chiamarono l’ambulanza e la fecero richiudere in un manicomio. MORALE: chi la fa l’aspetti

La regina

C’era una volta una regina molto bella, che viveva in un regno lontano, con palazzi pieni di cristalli: il suo nome era Martina. La regina aveva lunghi capelli biondi, come l’oro; in mezzo al viso spiccavano due occhi marroni, come il guscio delle noci; era alta, come una giraffa. Il suo animo era gentile, per questo aiutava sempre gli amici in difficoltà; era molto intelligente e curiosa e amava moltissimo i fiori. La regina Martina, ogni mattina, andava nel giardino del suo castello per ammirare i suoi splendidi fiori: crescevano folti cespugli dalla foglie verdi, come la pelle di un camaleonte; nell’aria svolazzavano uccellini cinguettanti dalle piume color arcobaleno; si sentiva il ronzio di api a caccia di nettare; ovunque, nel prato, facevano bella mostra di sé, centinaia di fiori dai colori accesi e dalle forme più strane. Un giorno la regina, stanca di ammirare sempre i soliti fiori, decise di allontanarsi e di addentrarsi nel bosco vicino al castello, alla ricerca di nuove

Biancaneve l'antipatica

C’era una volta non tanto tempo fa, una ragazza che si chiamava Biancaneve; viveva con il suo papà che, rimasto vedovo, aveva preso in moglie una gentil donna, che cercava di far di tutto per rendere felice la figliastra. Biancaneve, credendo che la matrigna le rubasse l’amore del padre, ne combinava di tutti i colori per renderle la vita più difficile. Così, oltre a non essere bella di natura, era diventata anche capricciosa, presuntuosa e egoista. La ragazza voleva sempre vestiti nuovi e gioielli, era proprio incontentabile; nonostante a scuola non andasse bene ( prendeva note e compiti di castigo) non le interessava niente di questo, perché alla sera sfrecciava con la sua Ferrari rossa fiammante verso la discoteca dei Sette Nani. Questi erano i padroni della discoteca ed erano gentili con tutti, però Biancaneve riuscì a far perdere la pazienza anche a loro. Infatti questi, stufi dell’arroganza di Biancaneve, ebbero una pensata geniale: organizzarono una lotteria falsificando tutti